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A cura di Daniele Biacchessi
Israele avvia l’attacco di terra nel Libano Meridionale
Il premier israeliano Benjamin Netanyahu avvia operazioni di terra in Libano, seppur limitate, come sostengono fonti americane, ma le immagini diffuse dalla rete televisiva Cnn e riprese dai satelliti non ammettono altre interpretazioni: almeno un centinaio di carri armati e decine di blindati per trasportare truppe di terra sono dislocati al confine con il Libano. E la televisione israeliana Kan parla di tank già entrati in Libano, dove sono anche in corso raid aerei e massicci attacchi di artiglieria contro postazioni di Hezbollah nel villaggio di confine di Wazzani, vicino a Ghajar, e nell’area intorno a Khiam. Per il portavoce del Dipartimento di Stato americano, Matthew Miller, si tratta di operazioni limitate incentrate sulle infrastrutture di Hezbollah vicino alla frontiera, ma ogni minuto che passa lo stato di massima tensione si alza e la situazione è nei fatti già sfuggita al controllo delle Nazioni Unite, secondo cui le forze di peacekeeping in Libano non sono in grado di effettuare pattugliamenti a causa dell’intensità degli attacchi israeliani e dei razzi di Hezbollah diretti contro Israele. Il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, è contro “qualsiasi” invasione di terra in Libano da parte di Israele. Il portavoce del Palazzo di Vetro Stephane Dujarric, ribadisce che le Nazioni Unite “non vogliono vedere alcun tipo di invasione via terra”.
Il Presidente americano Joe Biden interviene poco dopo l’annuncio di un’invasione di terra in Libano: “Preferirei che si fermassero”. Il ministro degli Esteri francese Jean-Noel Barrot esorto Israele ad astenersi da qualsiasi azione terrestre e a cessare il fuoco, e Hezbollah a fare lo stesso. Il primo ministro britannico Keir Starmer ribadisce che chi è coinvolti nel conflitto dovrebbe fare un passo indietro rispetto all’orlo del baratro e sottolineando che il sostegno del Regno Unito al diritto di Israele all’autodifesa è ferreo, ma che solo un cessate il fuoco può ripristinare stabilità e sicurezza nella regione. Secondo il leader turco Erdogan, “la comunità internazionale non può più restare in silenzio davanti alla brutalità di Israele che incendia tutta la regione”. Dunque, almeno sulla carta, tutti si dicono contrari ad un invasione israeliana in Libano, ma nessuno fa nulla per evitarla. E Netanyahu prosegue il suo folle progetto che incendia l’area a Gaza, West Bank, Libano, Yemen e trasforma il conflitto locale in una guerra mondiale.
Credits Foto: Agenzia Fotogramma
Scritto da: Giornale Radio
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