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A cura di Daniele Biacchessi
L’America sceglie il suo futuro tra la difesa dei valori della democrazia e dei diritti dei suoi cittadini e le barbarie del suprematismo. Kamala Harris non è uguale a Donald Trump come qualche rosso-bruno nostrano vorrebbe farci credere. La candidata democratica in politica estera proseguirà il cammino indicato da Joe Biden, finanziando Israele e l’Ucraina, ma terrà la barra dritta su molte conquiste progressiste: i diritti dei più deboli, delle donne che abortiscono, dei neri che vivono ai margini della società, delle minoranze di genere, del sostegno alle politiche sanitarie estese a larghe parti della popolazione più povere, le condizioni dei lavoratori. Donald Trump invece stasera annuncerà la sua vittoria a prescindere, e su quella dichiarazione monterà una campagna mediatica e un azione legale. Parlerà di brogli fregandosene del risultato. Lo spettro del tentato golpe del 6 gennaio 2021 con l’assalto di gruppi neonazisti al Capitol Hill non può essere dimenticato dal popolo americano. L’America di Trump è un paese rancoroso e isolato sul piano internazionale. L’America di Harris è un luogo più accogliente che si rivolge al mondo con altri occhi, quelli di una donna. La differenza sta tutta qui: democrazia o barbarie.
È allarme sicurezza in tre Stati (Washington, Nevada e Oregon), che hanno allertato la Guardia nazionale per prevenire e, nel caso, reprimere eventuali rivolte. Intorno alla Casa Bianca e a Capitol Hill sono state innalzate barriere di difesa e i gruppi di estrema destra si stanno mobilitando per presidiare i seggi. I messaggi hanno mobilitato gruppi per “l’integrità elettorale” in decine di stati, compresi i battleground, Pennsylvania, Georgia, Wisconsin, North Carolina e Michigan. In New Hampshire, un canale dà istruzioni per contestare il voto anticipato. Stessa cosa in Georgia, mentre in New Mexico si esorta a monitorare, anche con telecamere, i seggi, presentare denunce ed essere pronti, come dicono i militanti trumpiani, “a combattere come all’inferno”. Intanto, la metà degli americani è già andata alle urne e nei sondaggi è testa a testa tra Trump ed Harris. Il resto riguarderà uno strettissimo numero di elettori che decideranno verso quale direzione girerà il Paese.
Credits Foto: Agenzia Fotogramma
Scritto da: Giornale Radio
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